Antichi e moderni strumenti genovesi
Le radici della liuteria genovese affondano nella prima metà del sedicesimo Secolo, quando venne costituita l’Associazione dei costruttori di strumenti. Molti dei suoi membri erano emigrati in Genova da regioni germaniche e soprattutto e si dedicavano alla costruzione di liuti e chitarre. Rammentiamo fra i molti nominativi: Sebastian Angerer, Martin Hell e Hans Purkolzer.
Il diciottesimo secolo è l’epoca aurea della liuteria genovese: intorno al 1750 si contavano un buon numero di laboratori di liuteria in attività, a dimostrazione dell’incremento della domanda di strumenti nuovi. Il violino era divenuto uno strumento assai popolare ed erano molte le attività musicali in città; fu in questo contesto che crebbe Niccolò Paganini.
Gli autori più rappresentativi furono Bernardo Calcanio, Davide Pizzorno, Jacopo Cordano, Giuseppe Cavaleri e Paolo Castello. La fine del Secolo comportò per la Reppublica di Genova un periodo di diffusa difficoltà; difficoltà che a seguito delle guerre napoleoniche generalmente si presentarono in tutto in Nord Italia. La domanda di strumenti nuovi registrò una notevole flessione, anche in virtù delle importazioni dalla Francia e dalla Germania degli strumenti d’atelier. Il numero delle botteghe scese drammaticamente e i liutai si ritrovarono spesso a dover esclusivamente dedicarsi a riparazioni e restauri.
I primi liutai del diciannovesimo Secolo che contribuirono al mantenimento della tradizione liutaria in città furono Lodovico Rastelli e Antonio Gibertini, cui va aggiunto Niccolò Bianci che possiamo considerare il padre della liuteria moderna genovese.
Nelle pagine che seguono riportiamo brevemente alcune notizie dei più rappresentativi liutai moderni genovesi, oggi assai quotati nel mercato internazionale, per la loro creatività, per il loro stile inimitabile e per le pregevoli caratteristiche acustiche.